Luca Sforzini Arte - GUIDA all’Arte Moderna 1 – “Pirlo gioca nel Milan, Bomboloni nel Mondondone : Pirlo è come Picasso, Bomboloni è un crostonaro”.


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GUIDA all’Arte Moderna 1 – “Pirlo gioca nel Milan, Bomboloni nel Mondondone : Pirlo è come Picasso, Bomboloni è un crostonaro”.

GUIDA all’Arte Moderna e Contemporanea 1 –

“Pirlo gioca nel Milan, Bomboloni nel Mondondone : Pirlo è come Picasso, Bomboloni è un crostonaro”.

di Luca Sforzini

 

PAVIA – Discussione tra tifosi al bar - “Pirlo è un giocatore eccezionale”. “Perché non hai visto giocare Bomboloni”. Sguardi perplessi, sta scherzando…”Bomboloni? E chi è?” “Il nuovo acquisto della Vogherese!”. No, non sta scherzando… un campione in Oltrepo?!? Sale l’eccitazione tra gli avventori del bar che incalzano di domande “Cos è? Un Primavera?” “16 anni? Vivaio Juve?” “in prestito dal Milan per farsi le ossa?”… “No, ha 34 anni, 15 stagioni nel Mondondone. E’ stato un po’ sfortunato ma è un campione. Vale il prezzo del biglietto, ha un sinistro che neanche Maradona. Dategli tre mesi e lo convoca Prandelli in Nazionale”. Occhi sgranati, silenzio. Prende per i fondelli? No, dice sul serio. A questo punto scatta una pernacchiona da stadio, oppure chiaman l’ambulanza per portar via il fan di Bomboloni.

 

Elementare buonsenso. Solo in campo artistico il fan di Bomboloni non diventa lo zimbello del paese, anzi può tranquillamente andar in giro a magnificarne le doti e magari convincere qualcuno a comprarne le incredibili croste per qualche centinaia o migliaia di euro. “E’ un affarone!” Chi lo dice? Lui. Riscontri? Dati oggettivi? Nessuno. Piglia il crostone e porta a casa, come fai a non vedere quant è bravo?!?!?

 

Ma non dev esser per forza così. Anche l’Arte moderna e contemporanea ha i suoi parametri oggettivi, verificabili, quantificabili. Non è una scienza esatta, ma neppure una giungla. E le bussole ci sono, eccome. Basta conoscerle. Se Bomboloni è in età da pensione dopo una carriera nel Mondondone, non è Maradona ed il suo cartellino vale poche migliaia di euro. Allo stesso modo, se le opere del pittore Bomboloni, novantenne, non son mai state vendute in aste pubbliche, vengon commercializzate solo dalla Galleria di sua cugina e la collezione più prestigiosa che le vanta è quella della Pizzeria Marechiaro, forse non è Picasso. E forse è meglio destinare qualche centinaia di euro non al Pirlo dei pennelli, che costa troppo, ma ad un giovane promettente o ad un buon giocatore di serie B che non ti tradisce mai.

 

Un esempio pratico : mettiamo a confronto un paesaggio portuale, olio su tavola di Oronzo Silvani (il nome è di fantasia perché non abbiamo nulla contro la legittima attività del sedicente artista, ma il caso è verissimo e molto diffuso) ed un volto di giovane, olio su tela di Paolo Maggis. Non ci addentriamo nell’analisi stilistica, tecnica o artistica dei due dipinti : la differenza qualitativa è evidente per un occhio allenato, ma non è questo il punto. Inoltre, si può naturalmente preferire un paesaggio ad un ritratto, sono gusti personalissimi e soggettivi ma in questo caso irrilevanti : ci limitiano ai dati oggettivi.

 

Sul retro del paesaggio portuale c’è un’ elegantissima etichetta, tutta dorata ed arabescata, che riporta le caratteristiche del dipinto ed una vecchia valutazione in lire : 50 milioni. Accidenti! La zia che ce l’ha lasciato avrà speso una fortuna…che donna… L’etichetta avrà almeno 30 anni, un po’ d’inflazione, il cambio in euro… saran 50-60 mila euro! Ci compriamo un monolocale… Presi dall’eccitazione facciamo una rapida verifica su internet… motori di ricerca… google… cerchiamo Oronzo Silvani… WOW! C’è il suo sito personale, propone in vendita le sue opere più piccole a 20 mila euro, e la nostra è bella grossa… Sì, è fatta! E poi, accidenti, questo Silvani quanti titoli ha! C’è scritto che è Accademico della Prugna (ma non era della Crusca?!...vabbè, l’effetto è lo stesso) e Professore all’Accademia di Brema (ah…fino in Germania, cavoli). Ha vinto il Primo Premio alla Triennale di Venezia (ma non era la Biennale..??) e una marea di Medaglie, Attestati, Riconoscimenti, tutti con molte lettere maiuscole. Una paginata intera di Mostre, personali e collettive, in tutto il mondo. Mamma mia, ma la zia in cantina non ne avrà un altro?!? Quasi quasi ci licenziamo dal lavoro. Decidiamo di venderlo subito : abbiam quasi paura a tenerlo in casa… Per prima cosa telefoniamo direttamente a lui, se lo vorrà ricomprare! Maestro! E’ un onore parlare con Lei! Ah, non ricompra mai le sue opere? Sa, credevo che… no, certo. Capisco. Grazie mille, scusi il disturbo, e ancora complimenti! Eccentrico, però. Un vero artista. Telefoniamo ad una Galleria! E qui comincia la via crucis. Proponiamo l’opera a tutte le Gallerie della nostra città, poi della provincia, poi dell’intera regione. Non interessa a nessuno, neanche in conto vendita. Sarà la crisi… Case d’asta! No, non la vogliono, gli unici che l’accettano ci propongono una base d’asta ad offerta libera…ma che, scherziamo?! Ma qui son tutti poco seri! Chiamiamo a casa due collezionisti, abbiam trovato l’annuncio sul giornale. Uno ci offre duecento euro. Ladro! Per chi ci ha presi!?! Ci offendiamo a morte e lo mettiamo alla porta! L’altro non è interessato, a nessuna cifra, ma ci spiega infine come stan le cose : Oronzo Silvani è un pittore dilettante, un onesto dopolavorista. I titoli se li è auto-attribuiti, come il Mago Otelma. Le medaglie vinte eran di cioccolata, le Mostre organizzate nelle hall degli alberghi di villeggiatura, allungando 50 euro di mancia alla reception – non si sa neppure se la Direzione ne fosse al corrente… Le quotazioni? Le ha stabilite lui stesso. Le due volte che sue opere sono avventurosamente passate in asta han totalizzato 100 euro l’una in sperdute Case d’Asta di provincia . E pensare che negli anni c’è stato anche chi, vedendo che le quotazioni per un 50x70 erano di 30mila euro, ha pensato di fare un affarone spendendone solo 18mila… Abbiamo capito. Oggi è giorno di mercatino, portiamo là il nostro Oronzo Silvani. Ci allungano 100 euro. Quello è il reale valore. Va bene, affare fatto.

 

Sul retro del dipinto di Paolo Maggis non ci sono etichette magniloquenti. Data, e firma dell’artista. A corredo, la sua Autentica su foto. Punto. Però Paolo Maggis, pur giovane (è del 1978), è uno degli artisti italiani emergenti, conosciuto ormai in tutto il mondo. Su internet trovate molte Gallerie che trattan le sue opere, in tutta Europa. Negli stand delle grandi Fiere d’Arte italiane ed internazionali, è facile imbattersi in un suo dipinto, e si parla spesso di lui sulle riviste d’Arte specializzate. Richiesta sul mercato? Fate una prova : chiamate uno dei galleristi che lo tratta, chiedetegli un’opera di Paolo Maggis e lui vi risponderà qualcosa tipo : “...Diavolo, anche Lei, tutti vogliono Maggis! proprio ora ne sto andando a consegnare tre a Brescia...!”. Il che significa che se aveste bisogno di liquidità e voleste rivenderlo non avreste difficoltà. Ma non vi conviene venderlo, per il momento : vi conviene tenerlo, e magari acquistarne un altro. Se approfondite la ricerca, scoprirete poi che suoi dipinti passan molto spesso in asta, sempre ad alcune migliaia di euro - con pochissimi invenduti. L’avevate pagato 800 euro 4-5 anni fa, quando un’opera di Maggis era stata pubblicata sulla copertina delle Pagine Bianche della Regione Lombardia. Lì l’avevate notato ed acquistato. Ed avete fatto benissimo. Nel frattempo, lui è andato a lavorare a Berlino e a Barcellona, si è creato un mercato internazionale e può vantare Mostre prestigiose. Il vostro è un olio su tela 30x30, opera storica del 1999 di altissima qualità; in Galleria per un’opera simile vi chiederebbero 3-4 mila euro, qualunque Casa d’Aste sarebbe ben lieta di curarne la vendita, con base d’asta di un paio di migliaia di euro, a salire. Ma non c’è bisogno di aspettare l’asta : contattate un paio di collezionisti, chi ha un po’ di liquidità ve la compra. Questa è la differenza oggettiva rispetto all’opera di Oronzo Silvani.

 

Anche la produzione artistica dei Paesi emergenti (Sud America, Asia, Africa) è interessantissima ma fonte di possibili abbagli, per la confusione ingenerata dalla commercializzazione dei cosiddetti quadri “etnici”. Un altro esempio pratico : mettiamo a confronto un dipinto firmato da un non meglio precisato Hellene, presumibilmente africano, ed un olio su masonite di George Lilanga, africano pure lui. Entrambi sono dipinti molto particolari, immediatamente riconoscibili come esotici. Per acquistarli, spenderemmo alcune centinaia di euro in entrambi i casi, un po’ meno (si spera!) per Helen, un po’ di più per Lilanga. Ma mentre nel caso di Helen ci ritroviamo con nulla più che un gradevole dipinto d’arredamento, destinato in futuro alla fine del dipinto di Oronzo Silvani (100 euro racimolati con fatica al mercatino), acquistando un dipinto di George Lilanga di Nyama (Tanzania 1934-2005) portiamo a casa un’opera del “Picasso d’Africa”, i cui prezzi e quotazioni sono ancora abbordabilissimi . Ad indicarcelo sono gli stessi parametri oggettivi che condannano il dipinto di Oronzo Silvani e promuovono i dipinti di Paolo Maggis.

 

Ovviamente ognuno ha i suoi gusti, e ci mancherebbe altro. C’è chi preferisce i dipinti astratti, chi ama la pittura figurativa tradizionale, chi è attirato dai colori forti e in contrasto, chi dalle sottili sfumature, chi apprezza l’arte concettuale. Surrealismo o graffitismo, ritorno all’antico o pop-art, ce n’è per tutti i gusti e per tutte le tasche. Il gusto personale dev esser il primo e più importante criterio : l’importante è sapere che qualunque stile, soggetto, combinazione di colori, messaggio sociale ci attiri, e di qualunque budget disponiamo, centinaia di artisti in tutto il mondo producono o han prodotto opere molto vicine ai nostri gusti. Tra le tantissime possibili scelte ce n’è di ottime e di pessime : possiamo prender bidoni o fare grandi affari .

 

Seguendo criteri corretti per l’acquisto, l’Arte moderna e contemporanea può essere un ottimo investimento, molto più redditizio di azioni e strumenti finanziari, o degli immobili. Collezioni prestigiose son nate con pochi spiccioli – famoso è il caso dei coniugi Vogel, un impiegato delle poste ed una bibliotecaria, ora miliardari, che a partire dagli anni ’60 ammassarono nel loro bilocale di New York opere acquistate per poche centinaia di dollari, moltiplicando per mille il valore dei loro investimenti; ci son migliaia di storie simili. Il dipinto d’autore è un indubbio indice di cultura e buongusto, fonte di prestigio e promozione sociale, a tutti i livelli : ci emoziona il poster dell’Italia Campione del Mondo ‘82, molto intima la veduta con quella barca di pescatori che ci ricorda le vacanze al mare da bambini, è già un passo avanti la litografia di Cascella a tiratura 500 esemplari, con megacorniciona dorata - magari però nel salone di casa dove riceviamo gli ospiti si può far di meglio, anche con poche centinaia di euro. Per non parlare dei regali di nozze, o di Natale… o di un omaggio a quel medico che ha curato mamma tanto bene… Costa come un bel telefonino ma non lo butti via dopo 6 mesi. Anzi…

 

Queste poche righe sulla scelta dell’ Autore contemplano eccezioni (sempre più rare : Van Gogh, morto misconosciuto in povertà, oggi raggiungerebbe fin dall’adolescenza un pubblico mondiale con un profilo facebook, filmando il suo studio su youtube e vendendo i suoi dipinti su ebay…) e non esauriscono affatto l’argomento. Occorre poi pensare a Certificazioni ed Autentiche, canali d’acquisto ed eventuale rivendita, cosa comprare, come e a che prezzo, gli stili e le correnti artistiche, gli autori italiani o stranieri e di quali continenti, i diversi periodi della produzione dell’artista, la qualità delle opere, grafica o pezzi unici con le diverse tecniche, supporti, dimensioni, un occhio al gusto personale, mezzo al valore e mezzo all’investimento, e a molte altre questioni. Argomenti per le prossime puntate.