Antonini Matteo - Luca Sforzini Arte

Matteo Antonini rivendica con forza le sue radici, un legame locale calato nel mondo globale, e lo esprime nelle sue opere : “La mia generazione è forse l’ultima ad aver coscienza di ciò che è la memoria. Ho sempre vissuto in Lomellina, ed anche da piccolo passavo le giornate in campagna a giocare coi nonni; questo mi ha tenuto coi piedi per terra, ben ancorato alla vita reale. Non tutti hanno avuto questa fortuna, e infatti la realtà virtuale prende piede, sfumando il confine con la vita vera : tu sei lì, dentro al computer, superi il limite e non te ne rendi conto, ti cali in un reality, ti ritrovi in Second life e non sai più cos è finzione o realtà. E’ un’inquietudine che anch’io vivo”. E i suoi dipinti si popolano di bambolotti, omini e animaletti di plastica, “il simbolo della nostra società, ma anche i miei alter ego : al posto del playmobil, nei miei dipinti, potrei tranquillamente starci io. E’ stata la mia prima intuizione artistica autonoma, influenzata, certo, dai surrealisti, da Klee, Basquiat e Gnoli”. Ora cala i feticci della modernità, macchinine rosse fiammanti, un cagnolone San Bernardo in resina con la lingua fuori, nei “paesaggi della memoria” in bianco e nero.“Assemblo le immagini del paese, della tradizione popolare, a formare come dei manifesti che fan da sfondo alla presenza inquietante, a volte aggressiva dei feticci. Bianco e nero in contrasto coi colori forti, psichedelici, mai naturali, dei totem moderni : un contrasto cromatico e di contenuti”.Un messaggio artistico forte, un dito nella piaga della modernità con cui Antonini ha un rapporto ambivalente di odio/amore, un pugno nello stomaco che ha attirato l’attenzione della critica e di talent-scout di respiro internazionale.Alcune sue opere son già nelle cabine e nelle suites della Costa Serena e della Costa Concordia, navi della Costa Crociere abbellite da opere di artisti affermati ed emergenti.


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